I nostri cari risparmi
Ogni giorno stupende notizie dalle banche centrali...
Ovviamente il caro amico Blondet tiene sempre il piede sull'acceleratore del sensazionalismo, ma porta anche a conoscenza alcune cose che difficilmente si trovano nei filoni di informazione classici...
Date uno sguardo a questo articolo...tenendo anche a mente quest'altro.
Lo scenario è veramente demoralizzante, soprattutto per chi (come il sottoscritto) ha sottoscritto un mutuo NECESSARIAMENTE trentennale...
P.S.: Un po' di glossario...non sapendo cosa fosse la "moneta M3" citata nell'articolo, mi sono informato.
In economia, si è soliti dividere ciò che comunemente chiamiamo moneta in tre aggregati diversi, che si differenziano per il grado di “liquidità” a breve di ognuno. E quindi M1 è l’indicatore della quantità di moneta che comprende il circolante e i depositi bancari in conto corrente, facilmente liquidabili in pochissimo tempo. Con M2 si intende invece un indicatore della quantità di moneta che comprende l"M1, i depositi a risparmio bancari e postali, i buoni postali fruttiferi, la raccolta bancari con p/t (pronti contro termine) e i certificati di deposito bancari. L’M3 è invece l’indicatore principale della quantità di moneta presente in un sistema economico. In Italia nell"M3 sono incluse M2, i Bot e le accettazioni bancarie. Tale aggregato è composto dal circolante, dai fondi del mercato monetario, dai depositi a breve termine e da quelli monetari degli operatori istituzionali e del paese all’estero. Secondo gli ultimi dati disponibili, quelli di ottobre 2005, M1 ha raggiunto i 1,37 trilioni di dollari, M2 i 6,63 trilioni e M3 ha superato per la prima volta i 10 trilioni. Negli ultimi dodici mesi, M1 è cresciuta del 6%, M2 del 4% e M3 del 7,3%. Negli ultimi dieci anni M3 è raddoppiata e cresce attualmente al ritmo di 600 miliardi di dollari l"anno.
L’aggregato M3 è da sempre stato particolarmente importante come punto di riferimento per valutare la politica monetaria americana e, di conseguenza, per comprendere il ciclo mondiale – che a quello statunitense è strettamente collegato e lo sarà per chissà quanto tempo – ed è cresciuto ad un ritmo a doppia cifra durante gli anni ’70; si è poi contratto durante gli ’80 per riprendere a crescere durante l’amministrazione Clinton (e le presidenza di Greenspan). Dal 2000, il tasso di crescita si è prima ridotto durante il crollo dei mercati azionari, per poi crescere in maniera robusta negli ultimi due anni, quelli di una ripresa generale degli Usa e del mondo. Insomma, finora è sempre andata così: quando l’M3 si espande, i tassi di interesse scendono e gli asset reali crescono (anni ’70 e post-2000). Gli anni ’90 hanno visto gli asset reali ristagnare nonostante l’espansione monetaria.
(Da "Terza Repubblica"...interessante tutto l'articolo, in verità, che conferma le sensazioni di Blondet)
Ovviamente il caro amico Blondet tiene sempre il piede sull'acceleratore del sensazionalismo, ma porta anche a conoscenza alcune cose che difficilmente si trovano nei filoni di informazione classici...
Date uno sguardo a questo articolo...tenendo anche a mente quest'altro.
Lo scenario è veramente demoralizzante, soprattutto per chi (come il sottoscritto) ha sottoscritto un mutuo NECESSARIAMENTE trentennale...
P.S.: Un po' di glossario...non sapendo cosa fosse la "moneta M3" citata nell'articolo, mi sono informato.
In economia, si è soliti dividere ciò che comunemente chiamiamo moneta in tre aggregati diversi, che si differenziano per il grado di “liquidità” a breve di ognuno. E quindi M1 è l’indicatore della quantità di moneta che comprende il circolante e i depositi bancari in conto corrente, facilmente liquidabili in pochissimo tempo. Con M2 si intende invece un indicatore della quantità di moneta che comprende l"M1, i depositi a risparmio bancari e postali, i buoni postali fruttiferi, la raccolta bancari con p/t (pronti contro termine) e i certificati di deposito bancari. L’M3 è invece l’indicatore principale della quantità di moneta presente in un sistema economico. In Italia nell"M3 sono incluse M2, i Bot e le accettazioni bancarie. Tale aggregato è composto dal circolante, dai fondi del mercato monetario, dai depositi a breve termine e da quelli monetari degli operatori istituzionali e del paese all’estero. Secondo gli ultimi dati disponibili, quelli di ottobre 2005, M1 ha raggiunto i 1,37 trilioni di dollari, M2 i 6,63 trilioni e M3 ha superato per la prima volta i 10 trilioni. Negli ultimi dodici mesi, M1 è cresciuta del 6%, M2 del 4% e M3 del 7,3%. Negli ultimi dieci anni M3 è raddoppiata e cresce attualmente al ritmo di 600 miliardi di dollari l"anno.
L’aggregato M3 è da sempre stato particolarmente importante come punto di riferimento per valutare la politica monetaria americana e, di conseguenza, per comprendere il ciclo mondiale – che a quello statunitense è strettamente collegato e lo sarà per chissà quanto tempo – ed è cresciuto ad un ritmo a doppia cifra durante gli anni ’70; si è poi contratto durante gli ’80 per riprendere a crescere durante l’amministrazione Clinton (e le presidenza di Greenspan). Dal 2000, il tasso di crescita si è prima ridotto durante il crollo dei mercati azionari, per poi crescere in maniera robusta negli ultimi due anni, quelli di una ripresa generale degli Usa e del mondo. Insomma, finora è sempre andata così: quando l’M3 si espande, i tassi di interesse scendono e gli asset reali crescono (anni ’70 e post-2000). Gli anni ’90 hanno visto gli asset reali ristagnare nonostante l’espansione monetaria.
(Da "Terza Repubblica"...interessante tutto l'articolo, in verità, che conferma le sensazioni di Blondet)
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